Recensione del Film “L’Onda”, a cura degli psicologi Floriana De Michele e Roberto Bonanni, Dipartimento Salute Mentale L’Aquila

Questo film ci pone di fronte a diverse riflessioni riguardanti l’uomo come “animale sociale”: rabbia , aggressività, identificazione sociale, è ciò di cui parlo anche nel mio post “La Rabbia, il fuoco dell’Anima” (vedi link).

Innanzitutto viene da chiedersi se l’aggressività sia o meno l’espressione diretta di una violenza innata o se non sia, piuttosto, un tentativo, seppur disperato e inutile, per difendere la propria identità nel momento in cui ci sentiamo sotto-scacco.

Avere un ruolo sociale, sentirsi parte di un gruppo, è di gran lunga uno tra i più efficaci fattori protettivi la salute mentale di un individuo. Un’identità sociale forte, permette, infatti, all’individuo di tollerare meglio le frustrazioni che inevitabilmente incontrerà durante lo scorrere della propria vita.

Quanta detto ci fa notare con più attenzione un meccanismo caratteristico dell’essere umano. E cioè la ricerca all’interno del proprio gruppo o dei propri gruppi sociali di riferimento della soddisfazione di tutti quei desideri che, per un motive o per un altro, non riesce a realizzare nella sua vita privata. Può quindi succedere che Tim, un ragazzo sempre deriso e fatto oggetto di scherno da parte dei compagni di scuola, trovi, finalmente, in un gruppo sociale come quello dell’onda, un riscatto importante e inaspettato.

Tim si sentirà da subito accettato e riconosciuto dall’Onda, avrà il ruolo del guardiano, del custode, del protettore di tutti i membri del gruppo, verrà protetto e proteggerà i suoi “fratelli”. Per la prima volta Tim si sperimenterà capace di tollerare le frustrazioni e di rispondere alle provocazioni dei suoi pari; non ci era mai riuscito prima, forse anche a causa di genitori fin troppo severi e poco capaci di dargli quell’amore di cui ogni figlio ha bisogno, quell’amore che si manifesta attraverso attenzioni, dedizione ed interesse verso di lui e verso le sue relazioni, i suoi fallimenti ed i suoi piccoli ma importanti successi. Dove sono finite la insicurezze di Tim? la sua nuova identità, gli ha permesso di nasconderle; e quel ragazzino timido a con poca stima di sè? L’Onda gli ha permesso di non essere più il vecchio Tim.

Identificarsi totalmente con il ruolo del protettore del gruppo gli ha permesso di fuggire, in un solo attimo, da tutte le sue difficoltà. La notizia della fine del gruppo porterà Tim a compiere un gesto disperato, difendere l’esistenza del gruppo significa per lui difendersi dalle proprie debolezze che l’appartenenza al gruppo stesso gli aveva permesso di non vedere.

Nessuno di noi, nel far parte di un gruppo sociale, è esente da queste dinamiche. Parliamo ora del Professor Wenger, il suo bisogno all’interno del gruppo scuola è quello di essere il più possibile ammirato dagli alunni, vuole essere quello più simile a loro, il migliore tra i professori.

Egli è l’unico tra i docenti ad essersi formato in una scuola serale, una scuola reputata di “serie B” e cercherà , negli apprezzamenti e nella stima dei ragazzi, le cure alla propria ferita interna. Questa dinamica, fin quando rimarrà inconsapevole, non permetterà a Wenger di leggere nella maniera corretta alcuni atteggiamenti e alcuni comportamenti “violenti“ che cominciano a verificarsi all’interno dell’Onda.

Il suo bisogno è coatto, un dettame interiore che lo rende assetato di riconoscimento e non gli permette di vedere, nonostante tutti i buoni propositi, che il suo insegnare non è più mettersi al servizio della crescita culturale dei propri alunni, non è avere cura di formarli ma è, come per Tim, ciò che gli permette di non vedere tutte le sue debolezze nascondendosi dietro una falsa identità, dietro un sè ideale che nulla ha a che vedere con il suo sè reale.

La distanza tra sè reale e sè ideale è una delle unità di misura più importanti che il professionista della salute utilizza per discriminare la normalità dalla patologia. Tim risulterà essere totalmente identificato con il suo sè ideale ed adotterà quindi un comportamento patologico grave; il Professore si dimostrerà più capace di accettare i limiti del suo sè reale e quindi più in grado di riconoscere le proprie debolezze ed i propri errori ai quali proverà poi, purtroppo inutilmente, a porre rimedio.

L’Onda è un viaggio collettivo verso le radici dell’aggressività ma è anche un modo per ricordare a tutti noi, e non solo ai professori, ai terapeuti e a coloro che si mettono al servizio delle persone, l’importanza che assume la consapevolezza di sè per lo sviluppo di relazioni umane sane e funzionali all’individuo ed alla società. Il “conosci te stesso” di Socrate assolve ad una funzione fondamentale in un’epoca di conflitti come la nostra divenendo di fatto l’unico antidoto contro l’utilizzo degli altri per placare i propri bisogni e i propri conflitti interni irrisolti.

La riflessione su se stessi può fornirci la consapevolezza di quello che siamo e di quello che cerchiamo nei vari contesti sociali permettendoci, di fatto di riconoscere preventivamente e di non adottare comportamenti violenti verso di noi e verso gli altri.

A cura di Floriana De Michele e Roberto Bonanni,

Psicologia Psicoterapeuti, L’Aquila e Avezzano

Cell. 3391249564

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