Gli Infermieri Stranieri Possono Lavorare in Italia?
Gli infermieri stranieri possono lavorare in Italia? Capita con sempre più frequenza di poter registrare un alto numero di partecipanti stranieri ai concorsi per essere assunti come infermieri. Un dato che, associato al calo di personale italiano nel settore, fa riflettere e non poco sull’intero sistema sanitario.
Essendoci persone qualificate che hanno conseguito il titolo di infermiere all’estero, esse devono richiederne il riconoscimento al Ministero della Salute prima di poter ottenere l’incarico in questione.
Quest’ultimo passaggio citato è previsto dalla normativa italiana, e perciò coloro che sono intenzionati a convalidare il proprio titolo di studio, possono farlo seguendo alcuni passaggi a seconda delle casistiche.
È doveroso ricordare che gli operatori infermieristici stranieri che iniziano a lavorare presso una struttura pubblica o privata in Italia sono tenuti per legge ad aggiornarsi a cadenza triennale sulle novità introdotte nel sistema sanitario e sulla medicina in generale.
Per farlo devono seguire dei corsi (a tal riguardo suggeriamo di dare un’occhiata su Ebookecm.it, sito specializzato in formazione continua in medicina online, in modo da farsi un’idea di quali siano e quanti siano i crediti per ognuno di essi).
Ogni eventualità presuppone la sua procedura da seguire, ma l’aggiornamento è un obbligo in tutti i casi. Di seguito viene indicata com’è la situazione per un operatore sanitario straniero in Italia.
Operatore Sanitario Residente all’Estero: Cosa fare?
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Per i cittadini europei la validità dei documenti è la stessa all’interno dell’Europa, e risulta più facile mettere nero su bianco l’iscrizione, in quanto possono allegare la copia conforme dell’atto di notorietà.
Può capitare però che un infermiere o una infermiera risultino residenti all’estero, e la struttura sanitaria, pubblica o privata che sia, vuole assumere loro.
Per questa casistica la struttura in questione deve fare domanda di nulla osta al lavoro presso lo Sportello Unico Immigrazione, in un qualsiasi periodo dell’anno, e non necessita di alcun Decreto Flussi emanato dal Governo.
Anche le cooperative possono fare lo stesso, nel caso in cui queste ultime gestiscano direttamente la struttura, oppure un reparto o un servizio interni ad essa.
Ciò si concretizza nel momento in cui la società di lavoro interinale chiede il nulla osta per assumere il personale, entrando in possesso di una copia del contratto che il personale stesso ha stipulato con la struttura nella quale lavorerà.
Il datore di lavoro dovrà inoltrare la domanda di nulla osta al lavoro, che è riconosciuta come Modello O, compilando la procedura informatica messa a disposizione sul sito del Ministero dell’Interno, al quale bisogna registrarsi per poter avere questa possibilità.
Una volta completate tali procedure l’operatore sanitario straniero dovrà dirigersi presso l’Ambasciata del proprio Paese per ottenere il visto d’ingresso.
Iscrizione all’Albo professionale
Quando un infermiere straniero arriva in Italia deve obbligatoriamente iscriversi all’Albo professionale riconoscendo così il proprio titolo e superando un esame il cui scopo è accertarsi delle abilità e della conoscenza della lingua italiana da parte del soggetto.
Ecco perché gli stranieri possono essere assunti anche con un contratto a tempo indeterminato.
La tipologia di contratto dipende dalla durata della permanenza e se l’individuo in questione decide di stabilirsi in Italia.
L’iscrizione all’Albo professionale deve avvenire necessariamente entro due anni dalla presentazione della documentazione descritta in precedenza.
Infermiere extra europeo: come fare richiesta per lavorare in Italia?
Quando un cittadino extra europeo deve fare domanda per lavorare in Italia come infermiere, deve consegnare una documentazione ben precisa per fare richiesta.
Tale documentazione è composta da:
- Una copia autenticata del suo titolo di studio
- Copia autenticata del titolo di abilitazione
- Iscrizione all’Albo professionale del suo Paese
- Documentazione sul corso di studi e sul tirocinio svolto.
La domanda va inoltrata in bollo per posta o di persona al Ministero della Salute, e per il decreto si devono attendere 4 mesi prima di riceverlo tramite posta.
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